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La creazionedei grands ensembles
(quartieri di ediliziapopolare) e il contesto
francesedegli anni cinquanta-sessanta:
l’esigenzadi costruirealloggi per far fronte
a istanzedemografichedi varianatura
(l’esplosionedellenascite, l’accoglienza
massicciadimanodopera straniera, il ritorno
di espatriati dalleex coloniedelNordAfrica
negli anni sessanta) avevaposto lebasi in
Franciaper l’avviodi uno slanciocostruttivo
di ampio respiro suareenonedificate spesso
suburbaneodecentrate. Iprincipi ispiratori
sonoquelli dellaCartadiAtene, spesso snaturati
per ragioni economichecheportanoauna
standardizzazionedellemodalitàcostruttive.
Inizialmentequesteunitàabitativecostituiscono
unnotevole saltodi qualitàpermolti residenti,
inparticolare in termini di comfort.Tuttavia, a
lungoandare,
le famigliepiùbenestanti iniziaronoa trasferirsi
lasciando solo lecategorie sociali piùdeboli. La
gestionedel patrimonio residenziale socialeè
sempre stataacaricodi enti (locatori sociali)
che spessodispongonodi scarsimezzi venendo
acrearenel tempouno scarto tra lecondizioni
di vitanelleperiferie rispettoallacittà.
La cronistoriadi unapolitica
Le condizioni di vita inquesti quartieri in cui
ledifficoltàeconomichedellapopolazione
residentedanno luogoauna veraepropria
formadi segregazione sociale, fanno sorgere in
Franciaunapolitica specifica
e territorializzatanei confronti della città.
Cronologiadellepoliticheurbane inFrancia:
- 1973: la leggeGuichardponefinealle forme
di urbanizzazione analogheaquelledei grands
ensembles, constatando il degradodelle
condizioni di vita inquesti quartieri;
- 1976: primo “pianobanlieue”
(Habitat eVita sociale)per 53quartieri.
Contratti globali e trasversali traStato-
municipalitàeHLM (Habitationà loyer
modéré)nell’intentodi associare i residenti;
- 1982-1983: prime leggi di decentramento:
loStatodelegaalle collettività territoriali le
competenze inmateriadi urbanizzazione;
- 1990: nominadel primoministroper la
politicadella città, il cui obiettivoè la lotta
contro la segregazionedi questi quartieri;
- 1996: creazionedelleZUS (ZoneUrbane
Sensibili). Si trattadi quartieri a rischiodi
precarizzazione socialeper viadella
specificitàdell’offertadi alloggioe con
un’attrattivaurbanae residenzialedegradata.
Dal 2000 sono state individuate751
zoneurbane sensibili. La loro individuazione
si basa suun’analisi statistica. I principali
indicatori: fasciadi reddito, tassodi
disoccupazione,monoparentalità, numero
di giovani, numerodi alloggi sociali;
- 2000: grandi progetti urbani (GVP,Grands
Projets deVille), programmadi sei anni volto
al reinserimentodei quartieri difficili
nel tessutourbano;
- 2000: leggedi solidarietàedi rigenerazione
urbana:modifica sostanzialedella legislazione
urbanisticaedel diritto alla casa; incoraggia
il rinnovamentodella cittàdall’internoe la
creazionedi alloggi sociali (20%perComune);
- 2003: leggediorientamentoeprogrammazione
per la cittàe il rinnovamentourbano
(2003/710, 1° agosto2003, PNRU1);
- 2014: leggedi programmazioneper la città
e la coesioneurbana (2014-173, 21 febbraio
2014, PNRU2).
Limiti delle iniziativeprecedenti
alla leggedel 2014:
L’esperienzapregressa viene analizzataper
offrire lo spunto innovativo alla fasedel 2014.
Vengono individuate le seguenti criticità:
- fonti di finanziamentodiverse, ciascuna
rispondentea regoleproprie;
- sovvenzioni erogate subaseannua, senza
programmazionea lungo termine;
- firmadi contratti senzaun impegnopreciso
dapartedelle collettività locali;
- assenzadi coordinamento tra i vari interventi
condotti nelmedesimoquartiere;
- assenzadi leadership;
- enti gestori (locatori sociali) emunicipalità in
situazionedi fragilitàfinanziaria.
Il risultatodi questoelencodi criticitàè la
difficoltànella realizzazionedi progetti urbani
integrati e coerenti su singoli siti.
Tuttavia, l’esistenzaamonte di unapoliticadella
città strutturata comportanotevoli vantaggi:
- unapresadi coscienzapolitica complessiva
della situazione;
- un coinvolgimento attivodei soggetti locali;
- dal 2000, unapromozionedella logicadi
“progettourbano” con sovvenzioni specifiche.
Principi innovativi del ProgrammaNazionale
diRinnovamentoUrbano
Il programma reca in sèuna seriedi principi di
grande interesse:
- la creazionedi unpartenariatonazionale tra
i vari enti interessati, coadiuvati daun’agenzia
preposta: l’Agenzianazionaledi
rinnovamentourbano (ANRU);
- lagaranziadi un sostegnofinanziario
pubblico sullabasedi unprogettoarticolato
(comprendenteuna seriedi interventi)
circoscrittodaundatoperimetroeperuna
duratadi 5anni;
- un contrattodettagliato tra i partner coinvolti
che specificaprogramma (i lavori previsti),
finanziamentoe termini di realizzazione;
- una valutazionedei risultati dell’intervento
allo scaderedella convenzione;
- uno stanziamento coerente, senzaprecedenti
(12miliardi di eurodi sovvenzioni),
sufficienteper avviareprogetti su200 siti
nello stesso tempo.
Gli obiettivi del PNRU1
sono facilmenteelencabili:
- trasformare inprofondità i quartieri situati
nelleZUS, con l’intentodi promuovere
lamixité socialee il loro sviluppo sostenibile.
Questoallo scopodi renderli tasselli
di cittàpienamente integrati nell’ambito
dell’agglomerazionedi riferimento,
favorendo la compresenzadi funzioni
e tipologieabitativediverse;
- finanziaree seguire l’ideazionee l’attuazione
di progetti urbani complessi, elaborati
siada soggetti locali, sotto ladirezione
di un’autoritàpoliticadi riferimento
(il sindacodelComune), sia facenti partedi
unaprogettazione territorialedi più ampio
respiro (progetto sociale: istruzione,
impiego, salute, sicurezzaecc.);
- rispondere aobiettivi fondamentali,
quali ladiversificazionedelle funzioni urbane
(inparticolarequelle residenziali),
la reintegrazionedi questi quartieri nel resto
della città con interventi tesi a romperne
l’isolamento, la rigenerazionedella città in
unaprospettiva temporaledi lungoperiodo,
favorendounamiglioreorganizzazionedel
territorio (leggibilitàdella tramaurbana,
viabilità, riconversionedei suoli).Tutto
questo implicaun forte impegno sul versante
sociale, cheprevede il rialloggiamentodegli
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