hi no: nel mondo, in Europa
una condizione di estrema debolezza. Lo è la
domanda di nuova edilizia residenziale, che
dopo la fase espansiva conclusa nel 2007
ha registrato un crollo negli ultimi sei anni
pari al 52%. E’ ancora in forte crisi l’edilizia
non residenziale privata, che trattenuta
dal pesante generale ridimensionamento
economico ha perduto nello stesso periodo
quasi il 40%, fra nuove costruzioni e
manutenzione straordinaria.
Le opere pubbliche, che fin dal 2005
hanno conseguito anno dopo anno
perdite consistenti, hanno conosciuto un
dimezzamento delle proprie risorse. L’unico
segmento di mercato che ha tenuto, sia pure
inmisura piuttosto debole, è quello della
manutenzione straordinaria residenziale:
+0,6% nel 2011, +0,8% nel 2012 e +3,2%
nel 2013, per effetto degli incentivi fiscali.
Ma si tratta di una domanda che, nonostante
le esigenze pressanti date dall’età del
patrimonio immobiliare abitativo, fa i conti
con una condizione economica delle famiglie
in progressivo depauperamento.
Tutti gli operatori continuano ad essere
impegnati in processi di riorganizzazione e
di razionalizzazione della propria capacità
produttiva, che deve necessariamente
adeguarsi allo strutturale ridimensionamento
del mercato delle costruzioni. Un processo
che sta contribuendo a ridefinire i modelli
di offerta e gli stessi ambiti di mercato:
l’internazionalizzazione; l’offerta a costi
adeguati ad una domandameno solvibile;
l’innovazione tecnologica in chiave di
efficienza energetica oltre che prestazionale;
la riqualificazione immobiliare e la
trasformazione urbana.