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ma c’è ancora grande spazio per l’acquisto
sia di terreni che di edilizia demolibile per
la sostituzione. Lipsia, Dresda.. si compra
benissimo, con rendimenti incomparabili a
quelli italiani, con la certezza di uno Stato e
di un’economia tedesca alle spalle, ma quale
delle nostre imprese conosce le potenzialità
di questi mercati? Chi conosce l’oceano di
fondi spesi dalla Germania Occidentale per
risollevare l’economia di quella Orientale?
Luoghi dove ancora si compera a prezzi
inferiori al costo di costruzione, con rese (sul
residenziale) del 5-6%?? A Lipsia ad esempio
recentemente Google ha aperto una sua sede,
così Amazon e così la BMW. E’ chiaro che il
panorama si fa interessante ma come Società
di Investimento devi essere preparato, il che
vuole dire preparato come management,
sapere il tedesco, avere i conti in ordine. Solo
con una situazione di partenza sana in Italia
si può pensare di affrontare questo mercato,
o le capitali di Ungheria o Romania, o i centri
limitrofi minori.
Gli Italiani sono sempre stati un popolo
di emigranti; un vantaggio competitivo
rispetto ad altre popolazioni. Oggi la nostra
emigrazione è, tendenzialmente, di alto
livello, giovanile, colta (senza trascurare
ovviamente il resto). Le nostre imprese
possono rappresentare sia qui che fuori
un esempio virtuoso per know how e
flessibilità: non abbiamo una qualità inferiore
alla concorrenza estera ed, anzi, spesso
pratichiamo soluzioni ottimali per vincere
sulla concorrenza. Ma per uscire dal nostro
Paese dobbiamo essere solidi.
Uscire dalla crisi
Come usciremo da questa crisi non lo
sappiamo bene ma il mercato immobiliare nel
nostro Paese ormai è ai minimi e forse ci sono
operazioni che hanno probabilità di successo
proprio perché il mercato è sceso molto.
Il mercato immobiliare ha delle crisi lunghe e
cicliche dalle quali ci si riprende per i fattori
più svariati. L’ultima crisi scoppiò nel 1992
e durò dal 1993 al 1997 circa. Poi il mercato
si è ripreso ed abbiamo avuto un decennio
di crescita rientrando in crisi nel 2009.
All’inizio c’è sempre un fattore scatenante che
fa scoppiare una bolla speculativa, ma proprio
per la sua ciclicità ed andamento sinusoidale
voglio pensare che nel 2014/2015 ci possa
essere una risalita, anche duratura nel tempo
(ma ci sono delle condizioni fondamentali
perché ciò avvenga, vedere in seguito)
La gente ricomincia ad avere voglia di
investire, ci sono nuovi Fondi Immobiliari…
Nel frattempo molte Imprese si sono
razionalizzate e chi è sopravvissuto ha
un’attenzione diversa ed enormemente
superiore rispetto a prima verso tanti temi
che magari erano trascurati. Molti investitori
stranieri vengono in Italia già ora, siamo
un mercato potenzialmente interessante
dal punto di vista dell’investimento in sé,
ma l’incertezza dei tempi ed anche
la carente gestione della P.A. nelle grandi
(e piccole) opere è devastante.
Avremmo gli investitori ma quando
raccontiamo loro che il proprio investimento
può essere realizzato dopo anni
(non quantificabili) dall’inizio
dell’operazione è finita, li vediamo sparire.
E poi anche quando il cantiere sembra pronto
al decollo appare la sindrome Nimby,
il comitato di quartiere, etc etc.
In un paese dove la farraginosità legislativa
spadroneggia mi appare indispensabile una
fortissima semplificazione legislativa, una
regolamentazione della stessa,
delle procedure burocratiche…..
Se ci riusciremo, torneremo attrattivi per gli
Investitori Esteri, altrimenti la via di cercare
sbocchi verso un “estero ragionato” forse
rimane l’unica soluzione per sopravvivere
(pur, come detto, con i piedi ancora in Italia).
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