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le spesepermodelli eprototipi,
che sono tipichedi fenomeni
di innovazione incrementale
(Bugamelli et al 2012). La
spesa è inferiore aquella che si
registranegli altri paesi avanzati,
anche tenendo contodella
diversa composizione settoriale
edimensionaledel tessuto
produttivo (Bancad’Italia 2013).
Lo strumentofiscale èquello che
apparepiù adatto a ridurre l’alto
rischio insitonelle spesedi R&S:
lanormativadovrebbe garantire
un intervento significativo
come intensità eduraturonel
tempo, ingradodimodificare
strutturalmente le sceltedelle
imprese. L’investimento in
ricercanongarantisce la
competitivitànel lungoperiodo
delle imprese; è tuttaviauna
condizionenecessaria, anche
senon sufficiente, per unapiù
intensa eduratura trasformazione
strutturaledel sistemaproduttivo.
Un trattamentofiscaledi favore
può essere concesso a tutti gli
ambiti, settoriali e tematici, di
attivitàdi ricerca: apparedifficile
per il legislatore selezionare
amontequei settori oquelle
attivitàmaggiormentemeritevoli.
Tuttavia inpiùpaesi, ed in
ambito europeoper le recenti
iniziativedellaCommissione e
per la stessa logicadei Programmi
Quadro sulla ricerca (oggi:
Horizon2020), vengono indicate
aree tecnologichedefinibili
comeprioritarie; la stessa
logicapresiedeva all’iniziativa
Industria 2015 in Italia. Tali
definizioni sononecessariamente
arbitrarie. Tuttavia, può essere
immaginatoun sostegno
particolare a taluni ambiti di
ricerca, specie se in raccordo
conquelli europei,magari
hannodato vitanel nostropaese,
adun effetto che si potrebbe
definire “sindromedelmassimo
ribasso”: ladefinizione certosina
di ogni aspettodei bandi di
acquisto al finedi favorire
l’aggiudicazione alminor
prezzo. Sequestodetermina
risparmi per gli acquirenti,
nonpremianecessariamente
le impresemigliori; e
soprattuttopresupponeuna
perfetta conoscenzadaparte
dell’acquirentedelleproprie
necessità, il ricorso abeni e servizi
già esistenti.
Negli StatiUniti l’utilizzodella
domandapubblica, specie in
campomilitare, aeronautico-
aerospaziale, sanitario, è invece
strumento importanteper
stimolare l’innovazione aziendale
e, tramitenuovi prodotti e
servizi,migliorare la capacità
pubblicadi affrontare i propri
compiti; si partedal problema
chiedendo almercatodi
individuare soluzioni; incrementi
nelladomanda si traducono
così inmaggiori capacità
dell’offerta. Netto è il contrasto
con la situazione italiana, dove,
ad esempio, l’enorme sforzo
volto apromuovere le energie
rinnovabili non è si èper nulla
tradotto inun incrementodella
capacità tecnologica eproduttiva
nazionale,ma solo inunboom
dell’import.
Compatibilmente con le
normative comunitarie, e
seguendo anche la recente
esperienza tedescadell’accordo
interministeriale sull’innovazione
nelladomandapubblica (Warwick
2013) il procurement pubblico
può svolgereuna funzionedi
stimoloper il tessuto industriale:
europeo,ma certamente anche
italiano. Il terzopuntodi una
possibile agenda èprobabilmente
il più importanteper il futuro
del sistema industriale italiano:
politiche che eliminino, quanto
piùpossibile, gli ostacoli alla
crescitadimensionaledelle
imprese.
Ciò che conta, come è stato
sottolineato, non è la struttura
per dimensionedi un sistema
produttivo inundato istantedi
tempo,ma la suadinamica. In
Italia si discute, giustamente, sul
tramontodimoltedellenostre
grandi aziendedel passato, da
Olivetti aMontedison aTelecom
(Amatori et al 2013);meno si
discute sulla circostanza chenon
ci sononuove grandi imprese
cheneprendano il posto: negli
USAunnumero rilevantedelle
maggiori impresedi oggi non
esistevanemmeno30 anni fa. Il
sostegno alle attivitàdi ricerca –
di cui si è giàdetto - rappresenta
un importante strumento
per favorirequesti processi.
Uno strumentoparallelo è
l’incentivo all’assunzione a tempo
indeterminatodi personale
ad altaqualifica. Il sistema
produttivo italiano si distingue
inEuropaper due aspetti
fortementenegativi: lapresenza
di unaquotaparticolarmente
bassadi laureati sul totaledegli
addetti; lapresenzadi unaquota
particolarmentebassadi impresa
gestitedamanager, enon solo
dalla famiglia imprenditrice:
le imprese familiari in cui il
management coincide con la
famigliaproprietaria sonodue
terzi in Italia, controun terzo in
Spagna eunquarto inGermania
(Accetturo et al 2013); e le
imprese familiari hannouna
maggiore avversione al rischio.
Comenel casodella
ricerca, anche l’assunzionedi
personalequalificato è spesso
vissuta comeun investimento
rischioso: vuoi per il suo costo
e la rigiditànel tempo, vuoi per
gli effetti che essopuòprovocare
sulle routine aziendali.
Proprioper questo,misure
anche generose che riducano
i costi di assunzionedi
personalequalificato appaiono
potenzialmentemolto
interessanti.
E’ vero che l’aumentodei
dipendenti è effettodella crescita
dimensionaledelle imprese
(si assumeperché si cresce);
ma è vero anche il contrario:
le imprese riescono a crescere
perché vengono adisporre al
proprio internodi competenze
incorporatenel nuovo capitale
umanodisponibile. Per crescere,
le impresedevono acquisire
saperi e competenze, imparare
continuamente (Cimoli, Dosi,
Stiglitz 2009); non è facile, senza
unabasedi saperi e competenze
proprie. Fondamentale è il
rafforzamentopatrimonialedelle
imprese: il disporredi capitale
proprioper finanziare i diversi
aspetti del processodi crescita.
Il tema è complesso epuò essere
solo accennato: riguarda il peso
estremamente altodel capitale
di debitonelle imprese; in Italia
i debiti bancari sono il 70%dei
debiti finanziari delle imprese,
contro il 49% inGermania e il
30%nelmondo anglosassone
finanziato attraverso incentivi a
bando, che si aggiungano e che
non sostituiscano lo strumento
fiscaleorizzontale.Ovveropuò
esseredisegnatoun automatico
sostegnonazionale aprogetti di
ricercapresentati nell’ambitodel
ProgrammaQuadro europeo,
valutati positivamentemanon
finanziati per carenzadi risorse.
Tale sostegnopiùmiratopuò
produrredue effetti positivi. In
primo luogo affronta il problema
del coordinamento (Rodrik2007)
e cioèpuò stimolareun’attività
contemporaneadi più soggetti,
condeterminarepositivi effetti
di esternalità incrociate (se la
probabilitàdi intraprendere
investimenti in ricerca e sviluppo,
e lapossibilità che essaproduca
risultati positivi sono anche
funzionedella contemporanea
attività intrapresada altre
imprese). In secondo luogo
prevedere attività congiunte
frapiù soggetti, attraverso la
creazionedi alleanzeo consorzi
di scopoo reti di imprese,
chepossonodeterminareun
maggior successodella ricerca
e sviluppo (se essadipende
dallapreesistenzadi conoscenze
fra loro complementari, o
dalladisponibilitàdi capitali
in impresadiverse). L’attività
di ricerca e scopertadelle
impresepuò essere stimolata
anche attraverso l’utilizzodella
domandapubblica (OECD
2011a). Al completamentodel
mercatounico europeo, i poteri
discrezionali nell’assegnazione
delle commessepubbliche sono
stati sottratti agli StatiMembri,
da allora soggetti a regolepiù
vincolanti e trasparenti. Tuttavia
queste regole, insieme alle
difficoltàdi finanzapubblica,