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n. 1150) al 2013 mostra che, dopo una
partenza da elevati livelli di efficienza tanto
procedurale (lo scrutinio dei pochi progetti
edilizi era rimesso a regole semplici), quanto
sostanziale (si poteva costruire pressoché
dappertutto e secondo semplici regole più
igienico-sanitarie che urbanistico-edilizie),
l’evoluzione di questi ultimi anni continua
a decrescere in termini di complicazione
delle regole da rispettare nella progettazione.
La curva del processo invece, anch’essa in
picchiata fino agli anni Ottanta, comincia
una lenta ma inesauribile (almeno sulla
carta) risalita a partire dalle disposizioni di
semplificazioni quali la 94/1982 e la 47/1985,
fino alla disciplina del testo unico e alle regole
su DIA, SCIA e Comunicazione di inizio
lavori. Si può alla fine dire che da pochi anni
l’efficienza procedurale (per quanto afflitta
dalla paradossale complicata semplificazione,
per cui ogni sei mesi bisogna metabolizzare
definizioni e procedimenti nuovi) ha
superato quella sostanziale, che appare
sempre più appesantita da stringenti requisiti
prestazionali imposti alla progettazione, e
influenzata da una produzione normativa
e regolamentare di fonte statale, regionale
e, soprattutto, locale (quella dei piani e dei
regolamenti) che appare complicata oltre il
lecito. Il dato che così emerge dall’incrocio
delle due curve conduce alla conclusione
per cui, ormai, al fine di conseguire un più
elevato livello di efficienza dei rapporti tra lo
sportello edilizio e i suoi “clienti”, per il futuro
non occorra più agire verso nuove forme di
semplificazione procedurale (sarebbe anzi
auspicabile un’opera di consolidamento
della disciplina vigente), bensì appaia
raccomandabile operare in favore della
semplificazione della disciplina sostanziale
degli strumenti urbanistici e dei livelli
prestazionali dell’edilizia. In questi termini,
partendo dal dato locale, è importantissimo
che i Comuni nel predisporre gli strumenti
urbanistici generali e i regolamenti edilizi
pongano particolare cura nel predisporre
norme semplici, di immediata interpretazione
e facile utilizzo. Di pari importanza è poi
che ad ogni cambio di amministrazione
non si proceda alla riscrittura delle regole
del gioco. Si deve privilegiare la continuità
amministrativa e l’affidabilità generale del
sistema, piuttosto che la volontà di riversare
immediatamente sul territorio la propria
visione politica del governo del territorio.
Principi banali come assicurarsi che le regole
edilizie sino immediatamente comprensibili
agli utenti di piani e regolamenti e come
darsi cura che i procedimenti in corso siano
conclusi sono il presupposto indispensabile
- ma purtroppo tutt’altro che scontato - per
garantire quella reliability del sistema che
costituisce prerequisito del vivere civile. Si
arriva così all’ultima considerazione che, in
fondo, riassume tutto il discorso. Occorre
operare perché si accresca la cultura del
rapporto “sportello-cliente”, improntandola
ai principi di competenza, stabilità normativa
e reciproca affidabilità a livello procedurale e
sostanziale.
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