costruzioni per il comparto abitativo è stata di quasi il 50% e di oltre il 60%
nel non residenziale. Il protrarsi della fase ciclica negativa aumenta le soffe-
renze delle imprese, si abbassa così il rating e cresce la rischiosità, l’accesso al
credito è più limitato e ristretto, e venendo a mancare il credito aumentano le
sofferenze. Così non c’è via di uscita. Le banche devono tornare a fare le ban-
che. I Fondi previsti dal Governo sono un’altra risposta nella giusta direzione,
ma bisogna che si vigili sui meccanismi finali di erogazione per capire subito
cosa non funziona ed evitare di incagliare uno dei pochi aiuti concreti.
Sistema fiscale
Il peso fiscale sull’attività di impresa è insostenibile. L’IMU è solo uno dei pro-
blemi, i nodi sono alla radice della presenza di un fisco esoso, complesso e cieco
che assorbe risorse e non restituisce servizi utili alla competitività delle imprese.
Servono ora misure shock di immediato impatto sulla domanda e sui consumi.
Questa è la priorità dell’azione fiscale per il nostro settore perché se non riparte
la domanda non c’è mercato e le imprese non sono nelle condizioni di poter
investire e assumere, anche in presenza di sgravi fiscali sui redditi da lavoro.
Burocrazia e semplificazioni
Uno Stato non in grado di governare la burocrazia e la gestione del res pu-
blica è destinato al fallimento. Snellimento e semplificazione non sono solo
problemi legati alla produzione normativa, sulla quale molto ci sarebbe da
dire anche solo contando i decreti attuativi che ogni legge si trascina dietro o
le pagine di Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia dedicate in questi
ultimi 5 anni all’urbanistica. Sono problemi che non finiscono con la pub-
blicazione in Gazzetta della legge, magari anche ben scritta e comprensibile,
ma che richiedono un presidio a cascata e la volontà dei successivi livelli di
governo della cosa pubblica di attuare le norme di semplificazione non come
solo un atto formale di adempimento, ma come atto sostanziale di rinnova-
mento. Molti problemi nascono anche dalla difficoltà di capire e interagire
correttamente con un apparato burocratico così complesso da non sapere,
esso stesso, come muoversi. Una giungla che, alla fine, soffoca tutti quelli che
cercano di percorrere le strade maestre e facilita chi le aggira.
Lavoro e concorrenza
La quinta patologia riguarda le distorsioni della concorrenza legate al co-
sto del lavoro, distorsioni che nel settore delle costruzioni stanno assumendo
caratteri sempre più preoccupanti. Nelle province di Milano, Lodi e Monza
Brianza, dal maggio 2012 al maggio 2013, abbiamo perso l’11,8% dei lavora-
tori e l’11,9% delle imprese; le ore lavorate sono scese del 16% e quelle di
Cassa Integrazione Guadagni sono salite del 54%. In 12 mesi siamo scesi da
55.832 lavoratori iscritti in Cassa Edile a 49.861, a cui va aggiunto un signifi-
cativo decremento inerente le figure di impiegati, quadri e dirigenti, oltre ai
lavoratori dell’indotto e dei settori collegati, nonché ai professionisti. Eppure
a Milano, nel nostro territorio, ci sono i grandi lavori infrastrutturali della
Pedemontana, della Tangenziale Est, della BREBEMI, delle Vie d’acqua, della
Rho-Monza, per citare solo alcuni interventi, e c’è l’EXPO. Cosa sta succeden-
do? Credo che non sia solo un problema legato alla crisi del settore e ad una
esasperata concorrenza di imprese italiane non milanesi che oggi operano
nel nostro territorio. Credo, invece, che stia avvenendo un vero e proprio
processo di delocalizzazione produttiva che assume nell’edilizia caratteristi-
che peculiari e difficili da quantificare. Non potendo produrre le case e le
infrastrutture all’estero, per poi importarle in Italia a prezzi insostenibili per
il nostro mercato, si “importano i lavoratori” attraverso l’istituto del distacco
internazionale, in particolare da Paesi dell’Est. Ben venga la libera circola-
zione di merci e persone nell’Unione Europea, ma va fatta chiarezza e deve
esserci la consapevolezza degli effetti. Le problematiche connesse al lavoro
A destra:
Centro Congressi per Fiera Milano
foto della “cometa”.
Un progetto firmato dall’architetto Mario
Bellini per gli esterni e dell’architetto Pierluigi
Nicolin per l’organizzazione degli spazi interni,
riconverte a destinazione congressuale parte
della superficie espositiva non più utilizzata
di Fiera Milano in città