strumento per velocizzare il funzionamento del sistema impattando e sciogliendo i nodi
“dell’ultimomiglio” che più frenano l’attività sul territorio. Ma ripartire dalle città vuol
dire anche ripartire dai luoghi conmaggiori potenzialità di crescita e di sviluppo, con
capacità di organizzare una offerta attrattiva grazie alle connessioni e sinergie attivabili.
La storia delle città insegna che proprio dalle città nascono, crescono e si sviluppano le
imprese attraverso uno scambio reciproco di relazioni, ma nell’economia globale biso-
gna ridefinire il rapporto fiduciario ricostruendo nuove alleanze. Guardando in nostro
Paesee l’Europadal satelliteè facile capire come laCittàmetropolitana siaun fattofisico
e che le altre aree con cui ci confrontiamo sonoLondra, Parigi, il norddellaGermania:
Zone con una grandissima densità di popolazione gestite con sistemi di coordinamento
leggeri e funzionali, senza i campanilismi che purtroppo caratterizzano, invece, il nostro
Paese. Attenzione, però, a non considerare tali sistemi come esempio e punto di arrivo,
e l’Italia ha un valore nella frammentazione che può generare unmodellodi eccellenza
edi rinascita. Per ripartiredobbiamo individuare le staffette e le città sono gli ecosistemi
ingradodi innescare connessioni tra: ricerca - le grandi università, potenziale creativo - i
giovani, innovazione - il tessutodi professioni e imprese. Troppo spesso inquesti anni le
politicheeconomichehanno lavorato suduemotorideterminanti: ilpotenziamentodelle
esportazioni e la spinta del mercato interno, sottostimando il ruolo del territorio come
volano proprio per i consumi interni. Per questo, nel nostro Paese il primomotore ha
funzionato e il secondo si è inceppato, gettando il compartodelle costruzioni, cheopera
prevalentemente nel mercato interno, inuna crisi da cui facciamo fatica aduscire. Se la
politica economica degli ultimi anni ha avuto come priorità l’apertura dei mercati - po-
litiche export-led, oggi non può essere sottovalutata l’emergenza di un vero sostegno al
mercato interno che vede le costruzioni come attore economicoprimarioper viadell’in-
dotto generato in ben 18 settori industriali collegati nella lunga filiera. Ma costruzioni
vuol dire infrastrutture, tutela del territorio e dei beni ambientali emonumentali, case,
scuole e luoghi di lavoro chedal territorio sonogestiti epromossi. Le statistichedel ciclo
recessivo2008-2012evidenzianoche il settoredellecostruzioninell’euroareaècadutodel
19,9%, contro una crescita delle esportazioni del 7,9%. Il motore dell’export ha quindi
continuatoa funzionare, siapurea scartamento ridotto, soprattutto in Italia,ma lacaduta
del reddito e dell’occupazione è imputabile prevalentemente alla caduta produttiva nel
settoredelle costruzioni.
In questo quadro i problemi da affrontare sono noti:
•Riduzione e riconfigurazionedelladomanda residenziale, commerciale eproduttiva
•Concorrenza a livelli esasperati giocataprevalentemente sul prezzo e sullenon regole
“Nanismo” industriale e frammentazionedellafiliera
• Sistema bancario frenatoper sostenere la ripresadegli investimenti nel settore
•Regole eprocedure farraginose e in continuamodifica che generano tempi
e costi insostenibili
•Assenzadi politichedi settore adeguate alla situazionedi emergenzaproduttiva
•Calodell’occupazione e scomparsadimigliaiadi imprese
•Degradourbano edisinvestimentopubblico
Ma le crisi sono sempre occasione per ridisegnare gli scenari competitivi e dalla crisi
si esce cogliendo le opportunità che il nuovomercato offre:
• Permanenzadi quotedi domanda abitativa inevase a cui rispondere
connuovimodelli di intervento
•Nuovo ruolodelle costruzioni per la riqualificazione ambientaledel territorio,
investimenti green
•Riqualificazione ed efficientamento energeticodel costruito, qualitàurbana
•Risvegliodi attenzione su scuole, dissesto idrogeologico e sismico
conpotenziali di sviluppo
•Usodellafiscalità immobiliare come levaper far ripartire gli investimenti
• Innovazionedi prodotto edi processo
•Esplorazionedi nuovimercati
• PubblicoPrivato versonuovimodelli economici
L’elencodei problemi edelleopportunità è solouna sommaria fotografiadelle sfide
a cui siamo chiamati per partecipare alla costruzionedel FUTUROdel nostro settore.
Ma oggi abbiamo alcune stradedapercorrere edobbiamodecidereda cheparte
vogliamo andare, con coraggio edeterminazioneognunodi noi devedecidere e
giocare il tuttoper tutto.