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di questo nuovo tipo di edifici, che possano anche avere una funzione didattica quanto a materiali,
tecnologie e soluzioni adottate, soprattutto in termini di progettazione integrata? L’obiettivo della
sostenibilità è importante ed ambizioso e per raggiungerlo è necessario che tutti i soggetti coinvolti (il
mondo imprenditoriale e tecnico, da una parte, e la pubblica amministrazione dall’altra) facciano la
propria parte. Il settore delle costruzioni può innescare un processo di sostenibilità oltre la normativa,
che sappiamo tutti essere già molto rigorosa, e portare la città a guardare concretamente alle prospet-
tive che la green economy può offrire in termini di trasformazione del mercato. Da tempo diciamo
che la Pubblica Amministrazione è l’infrastruttura su cui corrono le idee, è il partner della crescita e
dello sviluppo. Ma, soprattutto è regista delle forme, delle dimensioni e della qualità delle nostre città.
Bisogna finalmente avviare, con serietà e consapevolezza, un percorso di semplificazione e di innova-
zione normativa agendo a tutti i livelli e ricercando, tra pubblico e privato, terreni di azione comuni.
La più difficile, ma non impossibile, sfida per il rinnovamento è quella di rendere la Pubblica Ammi-
nistrazione più efficace ed efficiente, superando gli eccessi di burocrazia e di lentezza nei processi
autorizzativi. In questo, la città deve porsi come laboratorio della sperimentazione di un nuovo corso
nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini e tra Pubblica Amministrazione e imprese: oc-
corre farlo, è la pre-condizione per ripartire. Ma per fare questo occorre, prima di tutto cambiare le
regole: non si può pensare al nuovo mercato che potrà svilupparsi dopo questa prolungata e potente
recessione, e alla tipologia di offerta che nascerà dalla produzione edilizia, con la coesistenza di rego-
le vecchie. E’ fondamentale che nuove regole siano dettate per consentire alla nuova offerta di poter
decollare. Questo significa aggiornamento del quadro normativo: anche se molto sta cambiando, il
nostro Paese risulta essere ancora vittima di un sistema poco flessibile e, pertanto, incapace di cogliere
tutte le opportunità offerte dagli intervenuti progressi tecnologici. Se per andare incontro al mercato
il settore delle costruzioni deve puntare verso la sperimentazione, allora serve l’aiuto del legislatore:
c’è l’esigenza di un nuovo approccio normativo che operi la sostituzione di regole farraginose che
affaticano senza motivo le nuove costruzioni con regole nuove, moderne, in linea con quelle di altri
Paesi europei, che diano l’opportunità di pensare a un’offerta immobiliare adeguata a quella che sarà
la nuova domanda immobiliare. Un’ultima considerazione, strettamente connessa a quanto sinora
detto, va rivolta al sistema bancario: negli ultimi 5 anni la riduzione dei finanziamenti al settore delle
costruzioni per il comparto abitativo è stata di quasi il 50% e di oltre il 60% nel non residenziale. Per
uscire dalla crisi le imprese hanno bisogno di nuovi rapporti con il sistema delle banche, sia per quan-
to riguarda i finanziamenti ordinari, sia per quelli a lungo termine: è fondamentale per il settore
delle costruzioni una politica volta a sostenere gli investimenti a lungo termine con misure specifiche
che permettano lo sviluppo di interventi immobiliari sul territorio con caratteristiche di innovatività
di prodotto e di eco sostenibilità, nonché gli interventi legati alla rigenerazione delle aree urbanizzate.
Il settore delle costruzioni è uno dei più convenzionali e dei più conservativi, ma la crisi che ci ha in-
vestito in questi anni ha provocato un’accelerazione nel cambiamento e richiede un salto tecnologico
e culturale che ognuno degli attori del nostro settore, cogliendo una straordinaria opportunità, ha il
dovere di compiere.
Claudio De Albertis
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