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l lungo periodo di recessione che abbiamo vissuto non è assimilabile ai periodi di crisi che cicli-
camente hanno investito il settore delle costruzioni dagli anni della ricostruzione ad oggi. Credo
si tratti, piuttosto, di una rivoluzione complessiva del sistema economico e del mercato destinata
a cambiare completamente gli scenari ai quali la storia di questi decenni ci ha abituato. Al termi-
ne di questo drammatico periodo, il mondo della produzione edilizia sarà diverso da quello attuale:
saranno diversi i soggetti, saranno diversi i prodotti, saranno diverse, auspicabilmente, anche le rego-
le. È dalla combinazione di questi nuovi fattori che si verrà a configurare l’offerta edilizia di domani.
Innanzitutto, con riferimento ai soggetti: certamente il mercato opererà una selezione degli attori. Il
nostro mercato è costituito da troppe imprese, troppo piccole e polverizzate. Una situazione che deri-
va da molteplici cause, ma prima di tutto dall’assenza, sino ad oggi, di un sistema di qualificazione
dell’attività di imprenditore edile, considerata attività libera; chiunque può fare l’imprenditore in
questo settore semplicemente presentando alla Camera di Commercio una carta d’identità e un codi-
ce fiscale. Quanto alle regole del mercato, attualmente esiste un sistema di qualificazione soltanto nel
settore degli appalti pubblici che fa capo alle SOA, mentre non esistono meccanismi di qualificazione
nel mercato privato. E’, questa, un’esigenza sempre più avvertita: perché l’immagine e la reputazione
di un’impresa sono fattori determinanti ai fini della sua competitività; perché qualificazione dell’im-
presa significa, innanzitutto, qualità del processo produttivo e dell’organizzazione dei fattori della
produzione, regolarità dei rapporti di lavoro e sicurezza nei cantieri, nonché qualità prestazionale del
prodotto realizzato; e, infine, perché qualità delle imprese significa competitività del territorio e delle
città, motori del sistema economico nazionale. Le condizioni del mercato e il panorama economico
quale si prospetta al termine di questa fase depressiva impongono norme che garantiscano la serietà
degli operatori: un percorso di qualificazione che valorizzi e renda trasparente la struttura dell’impre-
sa e conseguentemente permetta al mercato di conoscere per scegliere l’operatore più adeguato. Se
poi parliamo del prodotto edilizio, visto nell’ottica di quella che sarà la città di domani, dobbiamo fare
una riflessione su cosa dovranno essere e a cosa dovranno servire gli edifici: come dovranno essere la
casa e l’ufficio o il posto di lavoro, non soltanto quali nuclei abitativi o lavorativi, che rilevano da un
punto di vista sociologico, ma anche da un punto di vista tecnico-progettuale, per le caratteristiche, i
requisiti, le esigenze che occorre soddisfare. Sotto l’aspetto sociologico, il nuovo modello abitativo
sarà condizionato fortemente dall’andamento demografico del nostro Paese, dal modificarsi del con-
cetto di famiglia tradizionalmente inteso, ma soprattutto dal crearsi di quelle famiglie e di quei nuclei
che si formeranno, sempre più numerosi a seguito degli scorpori della famiglie di origine, della fran-
tumazione del modello tradizionale di famiglia, del nascere delle coppie di fatto: tutti fenomeni che
si dovranno gestire anche sotto l’aspetto dell’esigenza abitativa. D’altronde, questa sarà sempre più la
realtà. I nuclei famigliari sono sempre più piccoli: le coppie tendono a tardare l’allargamento della
famiglia; i giovani restano molto più a lungo con i propri genitori; gli anziani aumentano in quanto
aumenta l’età media della popolazione; ci sono molti single e tanti studenti; comincia ad affermarsi
anche da noi il fenomeno dell’appartamento in condivisione. Va poi considerata la domanda abitativa
espressa dagli immigrati, previsti in costante aumento nei prossimi anni. Ognuna di queste categorie
esprime bisogni differenti. Allo stesso modo, i nuovi modelli di uffici e luoghi di lavoro dovranno sa-
per coniugare le esigenze che discendono dalle formule, sempre più diffuse, di co-working e di home
working, che impongono soluzioni diverse da quelle tradizionali, oltre all’influenza dei problemi re-
lativi alla mobilità che caratterizzeranno sempre di più la nostra società del domani. Sotto l’aspetto
tecnologico e di innovazione, occorre rimarcare come il prodotto edilizio sia un prodotto rimasto
fermo agli anni Cinquanta nei modelli tipologici, nei processi e nelle tecnologie costruttive. Credo
fermamente che il mondo dei costruttori debba ripensare al prodotto edilizio come è stato progettato
dal Presidente
I fattori della ripresa:
i soggetti, i prodotti, le regole
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